The alive doll

Morì di tubercolosi nel lontano 1888. Emily R. Smith morì prematuramente a soli 18 anni, in una lunga e straziante agonia indotta dalla malattia. Al corpo terribilmente tumefatto e deturpato, fu applicato solamente un ampio strato di olii idratanti e cosmetici. Non venne in nessun modo mummificato e/o imbalsamato.
Dopo 114 anni, quando è stata riesumata, ciò che gli addetti del cimitero monumentale di Londra hanno rinvenuto nella vecchia bara lignea ha lasciato tutti senza fiato: Il corpo della ragazza sembrava congelato: Sembrava che in quello spazio angusto del loculo il tempo si fosse fermato dal lontano 1888. Il corpo era incorrotto, perfettamente conservato: Era ancora evidente il rigor mortis, fase che dura fino a 72 ore dalla morte. La pelle sembrava addirittura idratata. In un primo momento, non sembrava esserci una spiegazione razionale a quel macabro mistero.
Ben presto, rilievi scientifici approfonditi sul corpo, svelarono l’alone di mistero dietro quel bel cadavere: La bara non aveva ceduto a livello ermetico, ed aveva creato in microclima chiuso interno con bassissimi livelli di ossigeno, quindi l’ossidazione ed il deperimento dei tessuti organici sarebbe stato lentissimo. Inoltre, vennero trovate tracce di una rarissima specie di fungo, l’exacii mastagorus, potentissimo battericida che ha ulteriormente rallentato la decomposizione.
Emily è ora tumulata da oltre una decade in un nuovo loculo, nella parte nuova del cimitero, curiosamente venne ‘inserita’ sulla lapide tombale la frase ‘The alive doll’ (la bambola viva) in memoria dello strano prodigio del 2002.

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