Il dibbuk
Queste anime generalmente vagano per il mondo poiché manca loro la "forza" di mantenere l'attaccamento a Dio per l'ingresso nel Ghehinnom per poi avere accesso al Gan Eden. Come dybbuk, l'anima del trapassato con le succitate mancanze si attacca al corpo di una persona vivente e coabita con essa.
In accordo con le credenze popolari, ad un'anima che non sia stata capace di portare a termine la propria funzione o a compiere le azioni richieste nella propria vita terrena, talvolta anche colpevole di trasgressioni molto gravi, viene data un'altra opportunità per portare a termine i compiti insoluti nella forma di un dybbuk. Esso abbandonerà l'essere ospite quando avrà raggiunto i propri obiettivi (a volte dopo essere stato aiutato).
Si ritiene che il dybbuk non sia una condizione "desiderabile" o buona e spesso è in contrasto con le Leggi divine infatti la persona fisica "ospitante" subisce o subirebbe conseguenze non ottimali, per esempio non riuscendo a vivere la propria vita e la propria identità, nonché il proprio percorso spirituale, come dovuto e richiesto o come accadrebbe se il dybbuk non avvenisse o non si presentasse.
Si ritiene che il dybbuk non sia una condizione "desiderabile" o buona e spesso è in contrasto con le Leggi divine infatti la persona fisica "ospitante" subisce o subirebbe conseguenze non ottimali, per esempio non riuscendo a vivere la propria vita e la propria identità, nonché il proprio percorso spirituale, come dovuto e richiesto o come accadrebbe se il dybbuk non avvenisse o non si presentasse.
Il dybbuk non è una forma di reincarnazione
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